Cilento, la culla del mangiar bene

Da la Repubblica del 30 luglio 2019

Una terra invitante che alla qualità dei prodotti unisce le meraviglie di un territorio unico. Da scoprire a tavola. E anche in pedalò.

di LUCA MARTINELLI

Il Cilento è un universo sospeso tra il Mar Tirreno e l’autostrada del Mediterraneo. I borghi marinari sono la punta di un iceberg da scoprire inerpicandosi lungo i tornanti. Il premio è la biodiversità della cucina cilentana, culla della Dieta mediterranea.

Una tavola per conoscerla è quella dell’Agriturismo i Moresani di Casal Velino ( SA). Le verdure, gli ortaggi e i legumi, tra cui il fagiolo di Controne (piccolo e dai semi bianchissimi), ma anche il grano con cui è fatta la pasta, e formaggi e salumi sono prodotti qui, dall’azienda agricola biologica certificata che ai propri ospiti propone anche un corso base di cucina mediterranea. Quintessenza del territorio, il cacioricotta di capra del Cilento e l’oliva Salella ammaccata del Cilento, entrambi Presìdi Slow Food. Tra i piatti estivi, le melanzane alla cilentana, con uovo e formaggio caprino, saltate col pomodoro. Ai Moresani si può anche pernottare  e far tappa qui per raggiungere il Parco archeologico di Elea-Velia: la città fu fondata intorno al 540 a. C. da esuli provenienti dalla città greca di Focea, oggi in Turchia. Le strutture sono immerse in una vasta area di macchia mediterranea e di uliveti, affacciate sul mare, legando così archeologia e natura.

Natura rigogliosa è quella che circonda le vigne all’azienda agricola San Giovanni, a Punta Tresino, area protetta all’interno del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano tra Agropoli e Castellabate: quest’oasi è un sogno realizzato, quello di Mario Corrado e di Ida Budetta, che sono arrivati qui alla fine degli anni Novanta, quando a San Giovanni non c’erano energia elettrica né telefono, e qui hanno cresciuto i tre figli (Alice nata nel 2000, Luna nel 2002 e Marco nel 2004). Fu l’istituzione del Parco a salvare l’area da una speculazione edilizia: il resort che avrebbe dovuto nascere è stato bloccato, e la società immobiliare che aveva acquistato l’area l’ha rivenduta alla famiglia Corrado. Qui si può prenotare una degustazione, con visita guidata a vigneti e cantina e assaggio di quattro etichette ( Fiano, Aglianico, tra i vitigni) e prodotti tipici locali, osservando dall’alto lo spettacolo unico dei filari che scendono fin sul mare, e in lontananza l’isola di Capri (è possibile anche pernottare).

Anche se il mare è meraviglioso, il Cilento è di terra. Lo vedrete a Cicerale: sullo stemma comunale campeggia il motto latino Terra quae cicera alit, “terra che nutre i ceci”, e una piantina del legume. Nel mese di agosto la festa dei ceci. Un’altra tappa nel Cilento interno porta a Felitto, il borgo del fusillo ( la sagra che lo celebra si tiene dal 13 al 23 agosto). A meno di un chilometro dal paese ci sono le Gole del fiume Calore: è possibile effettuare visite guidate in pedalò o escursioni in canoa, per conoscere un contesto geologico unico. A Felitto produce olio Marco Rizzo, che nel 2018 è stato premiato dal Gambero Rosso per il miglior monocultivar d’Italia.

Un libretto può accompagnare il vostro tour. È "Attraverso il Cilento", il viaggio di C. T. Ramage da Paestum a Policastro nel 1828: Craufurd Tait Ramage, intellettuale inglese, nel 1825 si trasferì a Napoli come precettore dei figli del console inglese sir Henry Lushington. Tre anni dopo partì alla scoperta di un Sud selvaggio. Quasi 200 anni dopo tocca a voi.

[Alle magie del Cilento, ai suoi millenni di storia e gastronomia, sono dedicate anche le pagine della nuova Guida ai Sapori e ai Piaceri Parco del Cilento – Vallo di Diano e Alburni di Repubblica. In vendita da giugno 2019, è disponibile in edicola, in libreria e nei principali store online, come Ibs, Amazon e lo store dedicato]. 

http://www.agriturismoimoresani.com/


Dieta Mediterranea & Pomodori Quarantini

La Dieta Mediterranea è fatta di prodotti sani ma anche di storie di contadini e di pescatori. Tradizioni di mare e di terra che si fondono per dare vita ad uno stile di vita unico e salutare.

Noi contadini, insieme agli amici pescatori, perseveriamo nella ricerca e conservazione della biodiversità locale, in modo concreto e autentico, non scimmiottando modelli che non hanno nessun legame con la nostra terra. Contadini e pescatori sono da considerarsi, infatti, i veri depositari del cibo mediterraneo. Sono i custodi autentici di questo patrimonio inestimabile lasciatoci dai nostri nonni ed è necessario ricordare che senza di loro, senza chi lavora conservando l'autenticità, rischieremmo di creare dei falsi.

Oggi vi presento i pomodori quarantini. Hanno una storia lunga e fanno parte di tutti noi.

I nostri nonni si dedicavano alla coltivazione e raccolta di questi pomodori che venivano poi impegnati dall'industria conserviera. Subito dopo la seconda guerra mondiale, infatti, venne costruito un centro di raccolta e trasformazione nella Piana del Sele dove arrivavano migliaia di tonnellate di pomodori prodotti nella Piana dell’Alento.

Da qualche anno ho ripreso la coltivazione di questo pomodoro resistente ai parassiti e adattabile al clima e al terreno; lo si può coltivare anche in asciutta anticipando la messa a dimora nei periodi primaverili.

Sono innamorato di questa pianta ma, più che della pianta, lo sono della sua storia, legata a noi, alla nostra terra e alla nostra cultura.

Dedico questo scritto a Santino Scola, ottantenne contadino custode appassionato.